Il Busto si trova nel cuore di Piazza Lenin, che prende il nome dal busto stesso.
Questo busto in bronzo è stato realizzato nel 1922 da operai della città ucraina di Lugansk per essere posto di fronte ad una fabbrica di treni. Durante l’occupazione tedesca della seconda guerra mondiale fu trafugato e arrivò in Italia, dove cadde nelle mani dei partigiani. Riconsegnato all’ambasciata sovietica a Roma dopo la guerra, il busto è stato donato nel 1970, in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Lenin, al comune di Cavriago, il luogo dove i lavoratori si erano distinti nel 1919 per la volontà di prendere la Rivoluzione d’Ottobre come un esempio per l’Italia.
In quegli anni, la fondazione del Partito Socialista di Cavriago, infatti, guardava il bolscevismo russo e il suo capo Lenin come un modello cui ispirare la lotta.
Il busto è stato collocato nella piazza, poi, dopo un tentativo di attentato – una bomba negli anni settanta – si è deciso di metterlo al riparo e lasciare una copia nella piazza, mentre l’originale è stato spostato nel vecchio municipio, poi sede del Centro Culturale, dove si trova attualmente.
La storia che lega Cavriago a Lenin e alla Rivoluzione d’Ottobre.
Era il 1918. In quegli anni all’interno del Partito Socialista di Cavriago ferveva il dibattito tra le posizioni riformiste, rappresentate da Cesare Arduini, e quelle dei massimalisti, riuniti intorno a Domenico Cavecchi e Domenico Bonilauri. All’epoca la base del partito guardava al bolscevismo russo e al suo capo Lenin come a un modello cui ispirare la lotta.
Alla fine della guerra la corrente massimalista assume un ruolo dominante: la situazione è matura per l’insurrezione popolare.Il 6 gennaio 1919 il Circolo di Cavriago approva un Ordine del giorno in cui si formalizza l’apprezzamento nei confronti del Direttore dell’Avanti e della Direzione del Partito “per l’incessante lotta che continuamente combattono per il trionfo dell’intransigenza assoluta e di approvazione del programma degli spartachisti tedeschi e il programma del Soviet di Russia e plaudono il suo capo Lenin per l’instancabile opera che sostiene contro i reazionari sostenitori dell’imperialismo”.
L’Ordine del giorno pubblicato dall’Avanti viene ripreso da Lenin tre mesi dopo, in occasione di un intervento pronunciato il 6 marzo 1919 alla seduta del Comitato Esecutivo Centrale del Soviet di Mosca.
Le elezioni amministrative del 1920, svoltesi senza alcun incidente, vedono l’affermazione netta della lista socialista e la nomina di Cavecchi a Sindaco.
Lo spoglio delle schede rivela che un voto è stato dato simbolicamente a Lenin. Non esiste alcun atto formale dal quale si possa desumere il conferimento del titolo di primo cittadino onorario al leader del bolscevismo, ma di certo il valore simbolico di quel gesto è forte e inequivocabile e testimonia un legame appassionato tra il popolo socialista di Cavriago e i compagni rivoluzionari russi.
Nella seduta del 6 settembre 1921 il Consiglio Comunale approva un O.d.g. col quale “accogliendo l’invocazione di dolore e di fame che i fratelli della Russia lanciano al mondo troppo estraneo alla grande sventura, interpretando nel soccorso oltre all’aiuto materiale, la morale assistenza, l’incoraggiamento al Governo proletario sovietista delibera di elargire un sussidio non inferiore a £ 500” .
Pochi mesi dopo inizia l’attacco fascista alle Amministrazioni guidate dai socialisti. Nel giugno del 1921 le Amministrazioni che, nella sola Provincia di Reggio, hanno rassegnato le dimissioni, sfinite dalle violenze e dagli attacchi delle squadre fasciste, sono 19.
Il Consiglio Comunale di Cavriago si dimette nel 1922: il 6 agosto un decreto prefettizio nomina come commissario Ugo Verlicchi e segna l’inizio della dittatura.
Il busto di Lenin, sul quale si è detto e scritto di tutto, vuole testimoniare la forte passione civile e politica di quegli anni, al di là di qualsiasi pudore, travisamento di fatti, giudizio di merito.